“Le auto cinesi stanno arrivando”. Questo grande adagio di chi teme l’arrivo dei costruttori orientali sul mercato europeo ha contagiato anche la politica italiana ed europea. Oggi, i primi modelli di costruzione cinese sono in arrivo in Italia e in Europa con modelli prevalentemente elettrici, accolti con un mix di curiosità, diffidenza e attesa. Le auto cinesi sono davvero arrivate? Per scoprirlo abbiamo provato uno dei modelli più interessanti in arrivo dal Paese dei Dragone, Aiways U5. Si tratta di un C-SUV delle dimensioni piuttosto generose, ed è il primo modello della giovane Casa cinese. Lanciata nel 2018, Aiways U5 ha segnato il debutto assoluto della Casa, brand atipico per il mondo dell’auto cinese.
Aiways non è infatti parte di nessun grande gruppo industriale cinese. Aiways è invece è una Casa indipendente nata nel 2017 a Shanghai da due imprenditori, Gary Gu e Fu Qiang, quest’ultimo ex direttore delle vendite per la Cina di Volvo. Distribuita in Italia dallo storico importatore milanese Koelliker, Aiways U5 ha beneficiato di un’influenza dalla Germania sia nella progettazione che nella sua produzione. Aiways ha infatti un reparto di ricerca e sviluppo a Monaco di Baviera. Nella sua fabbrica di Shangrao, città da 6 milioni e mezzo di abitanti nella provincia dello Jiangxi, poi, i robot per la sua produzione provengono da aziende leader tedesche come Kuka, Eisenmann, Durr e la svizzero-svedese ABB, tutti gestiti da un sistemi elettronici Siemens. Anche la meccanica sfrutta nomi noti del mondo automobilistico occidentale. Aiways U5 vuole essere appetibile anche per gli automobilisti europei, notoriamente “viziati” anche dal punto di vista tecnico.
Aiways U5 è quindi un’elettrica cinese atipica nella sua genesi, mentre la formula di lancio è tipicamente orientale. Come da tradizione, infatti, Aiways U5 è proposta con due soli allestimenti, XCite e Prime, già completamente accessoriati. La top di gamma Prime della nostra prova, inoltre, offre dotazioni di serie che alcune rivali europee propongono a pagamento. Anche a livello meccanico, Aiways U5 ha una sola versione, con prestazioni decisamente interessanti. Il motore da 204 CV e la batteria da 63 kWh promettono 400 km di autonomia nel ciclo misto WLTP, e la meccanica offre soluzioni raffinate. Il prezzo proposto dal Gruppo Koelliker per questo SUV, infine, è decisamente intrigante visti i contenuti in gioco. Sarà Aiways U5 la prima auto cinese a sfondare in Europa? Scopriamolo insieme analizzando esterni, interni, motori, autonomia e prezzi di Aiways U5 nella nostra prova su strada.
Per capire che cos’è effettivamente Aiways U5, non possiamo che partire dalle dimensioni, in modo da saperla collocare all’interno del mercato attuale. Aiways U5 è uno dei SUV di segmento C dalle dimensioni maggiori. A livello di centimetri, infatti, si posiziona a metà tra Volkswagen ID.4 e Ford Mustang Mach-e, risultando così per il nostro mercato un SUV di grandi dimensioni. Le dimensioni di Aiways U5 sono enfatizzate da uno stile che unisce un’impostazione tradizionale per un SUV di queste dimensioni, con proporzioni massicce e un profilo da vettura dedicata alla famiglia, a dettagli futuristici e un po’ fuori dagli schemi. Lunga 4,68 metri, larga ben 1,87 metri e alta 1,70 metri, Aiways U5 enfatizza la sua larghezza sia davanti che dietro con soluzioni estetiche piuttosto originali.
Il frontale, carenato ma dotato nella parte bassa di una presa d’aria per il raffreddamento del pacco batterie, si struttura intorno ad una finitura trasversale nera lucida. Questa soluzione spicca parecchio sul nostro esemplare bianco, alle quali estremità trovano posto i fari Full LED dalle forme allungate e piuttosto personali. Sotto i fari, poi, trovano posto due prese d’aria finte, che sul lato sinistro nasconde la presa di corrente posizionata orizzontalmente. Si tratta di una soluzione originale che però, con i pesanti cavi HPC delle ricariche veloci, non è sempre ottimale. Il lungo cofano anteriore dona una bella dose di personalità ad Aiways U5. Inoltre, i montanti del tetto neri di serie su tutte le colorazioni alleggeriscono, insieme agli inserti in plastica grezza nella parte bassa delle portiere, una fiancata che deve fare i conti con un’altezza molto generosa.
Lateralmente, il passo di 2,80 metri fa subito capire di trovarci di fronte ad un’auto spaziosa per tutti i suoi cinque passeggeri. I cerchi da 19 pollici dal disegno piuttosto sportivo fanno invece il paio con un lunotto piuttosto inclinato e con le maniglie delle portiere a scomparsa. Queste ultime due soluzioni denotano un’attenzione particolare all’aerodinamica, confermata anche dai numeri. Secondo Aiways, U5 ha un coefficiente di penetrazione aerodinamica Cx di soli 0,29, un ottimo risultato visto il massiccio frontale. Al posteriore, Aiways U5 convince con un’interpretazione un po’ diversa dell’ormai classico gruppo ottico trasversale che vediamo su tantissime auto. Su U5 non abbiamo infatti una sottile linea di LED, ma una spessa barra a tutta larghezza che integra anche la terza luce di stop.
Questo regala al SUV cinese un posteriore personale e piacevole. La targa piazzata molto in basso, per contro, rende un po’ troppo massiccio il colpo d’occhio, nonostante i già citati fari full LED a tutta larghezza enfatizzino la generosa larghezza del SUV cinese. Concludendo con le dimensioni di Aiways U5, il bagagliaio è capiente ma non da record. Sono 432 i litri di capacità dichiarati, che diventano ben 1.555 abbattendo il divano posteriore. Nonostante il motore anteriore, poi, U5 è dotata anche di un bagagliaio anteriore sotto il cofano. Ospita 45 ulteriori litri, ed è molto utile per riporre i cavi di ricarica visto che la presa è posizionata proprio davanti. Appena si sale a bordo, gli interni di Aiways U5 lasciano stupiti in quanto l’auto offre una disponibilità di spazio ai vertici della categoria.
Grazie al passo lungo e al tetto piuttosto alto, tutti i cinque passeggeri hanno parecchio agio. Davanti si sta comodi, con una posizione di guida facile da trovare, rialzata e piuttosto turistica, con le gambe piegate e il volante leggermente inclinato in avanti, soluzione apprezzabile su un’auto dall’indole “paciosa” come U5. Dietro, invece, Aiways U5 cala l’asso. Lo spazio per le gambe è abbondante anche per chi sfiora i 2 metri di altezza. Grazie alla larghezza generosa dell’auto, si può viaggiare in cinque persone senza compromessi. Particolarissima, poi, la bocchetta dell’aria metallica posteriore che diffonde dall’esterno i flussi, un tocco originale che rende più riconoscibile il SUV cinese. La versione Prime, grazie al tetto in vetro molto grande di serie, offre tanta luce e una sensazione di ariosità e spazio davvero appagante.
Gli interni di Aiways U5 in fatto di spazio non hanno complessi di inferiorità rispetto alle rivali occidentali. Come se la caverà in fatto di qualità? Il SUV cinese ha tante luci e qualche ombra, per un’insieme convincente. A livello di assemblaggi e qualità costruttiva, infatti, Aiways U5 convince anche i più scettici. Le plastiche che rivestono plancia e pannelli porta sono realizzati in materiale morbido, e gli assemblaggi della parte inferiore della plancia non mostrano il fianco a critiche. Peccato per l’assenza di un classico vano portaoggetti davanti al passeggero. Al suo posto ci sono due semplici ganci per delle borse e dal grande vano ricavato sotto la consolle flottante, molto spazioso ma esposto agli sguardi dei più curiosi. Non manca però un vano sotto il bracciolo dove riporre gli oggetti lontano da sguardi indiscreti. Davvero intelligente, poi, il piccolo vano realizzato sotto la plancia del clima.
Schiacciando la barra cromata sotto i comandi a sfioramento del climatizzatore (non così scomodi da usare, ma la temperatura impostata è replicata solo nello schermo superiore), infatti, si accede ad un vano nascosto. Qui troviamo il pad per la ricarica wireless e le prese USB e 12 V per caricare e connettere il telefono all’infotainment. Anche sedili e volante sono rivestiti con pellami di buona qualità. Non ci ha convinto invece la finitura in piano black del tunnel centrale. Come ogni automobile con questo materiale, il pannello raccoglie polvere, ditate e si riga molto facilmente. Se quindi l’insieme è realizzato con cura e attenzione, ci sono alcuni dettagli un po’ sottotono.
Il tasto delle luci di emergenza, posizionato sulla plafoniera, e la leva per aprire il cofano hanno non trasmettono grande solidità. I devioluci, poi, non sono dei più robusti. Stiamo parlando, comunque, di dettagli in un abitacolo spazioso e realizzato con cura. Nei nostri 1.000 km di test drive non abbiamo riscontrato scricchiolii, primo segno di un’auto assemblata con cura. Arriviamo così al lato meno convincente di Aiways U5, il sistema di infotainment. In questo ambito si vede molto bene come U5 non sia “di primo pelo”. Uscita uscita in Cina a fine 2018, è comprensibile come U5 non sia la più moderna a livello telematico. Lo schermo orizzontale in sé ha una diagonale di 12,3 pollici, e ha una buona risoluzione.
Il software, però, non è dei più moderni, ha poche funzioni e il feedback al tocco non è dei più reattivi. Come molti sistemi di origine cinese, poi, la radio FM non è reattiva nella lettura delle stazioni con RDS, mentre la DAB è presente e funziona bene, ma non è delle più stabili. Tra gallerie e rilievi, perde facilmente il segnale. Apprezzabile, invece, la schermata di controllo dell’auto dove si può aprire scorrendo con il dito il tetto apribile e la tendina, una soluzione dal sicuro effetto sorpresa. La connettività con Apple CarPlay, invece, dopo i primi due minuti di stabilizzazione con alcuni lag è fluida e completa, dimostrando la validità del pannello. Non c’è invece Android Auto, neanche a richiesta.
Al suo posto c’è un desueto mirroring dello schermo, realizzato con l’app CarBitLink da scaricare sul proprio telefono. Questa soluzione ha i suoi limiti intrinsechi, primo fra tutti il ritardo nella risposta agli input tipico di questi sistemi di mirroring, nonché la necessità di tenere sempre acceso anche lo schermo dello smartphone. Al netto delle limitazioni obbligate dal protocollo, il mirroring funziona bene e permette di sfruttare le prestazioni del proprio telefono senza eccessive rinunce. Luci e ombre anche sul quadro strumenti, digitale e realizzato in maniera originale. Al posto di un singolo schermo, Aiways ha realizzato un display curvo unendo tre schermi in una struttura curva. Al centro troviamo il quadro strumenti principale, facile da leggere ma anche qui con un software e grafiche non di ultimissima generazione.
A destra troviamo un display che mostra la sorgente in riproduzione, a sinistra un terzo display dedicato al computer di bordo. Accedervi è un po’ cervellotico (bisogna tenere premuto la rotella che in marcia regola la distanza dall’auto davanti del Cruise Control Adattivo), ma offre tante informazioni anche piuttosto tecniche, compreso un inusuale contagiri per il motore elettrico anteriore. Gli interni di Aiways U5 sono completi e funzionali, ma la tecnologia è alla versione 1.5, e non 2.0 come su altre rivali. Nulla pregiudica il suo funzionamento, anzi, ma se siete dei tech addicted, questi dettagli li noterete subito. Ma non disperate. Nei prossimi mesi, Aiways lancerà la U6, che porterà al debutto un nuovo schermo dell’infotainment molto più grande e con un sistema operativo tutto nuovo. Ultimo appunto: sia il quadro strumenti che l’infotainment sono configurabili in lingua inglese, tedesca o francese. Per ora, niente italiano.
Su un’auto elettrica, la parte tecnologica è fondamentale, ma non dobbiamo mai dimenticare che un’auto deve soprattutto essere guidata. Analizzando la meccanica e i motori di Aiways U5, ci accorgiamo che l’attenzione della Casa è forse andata più sull’hardware che sul software. U5 è infatti realizzata su una piattaforma sviluppata in casa da Aiways, la MAS (More Adaptable Structure, letteralmente “piattaforma più adattabile”). Si tratta di una base modulare che farà da piattaforma per tutte le Aiways del futuro, compreso il futuro SUV-coupé U6, e dotato di soluzioni tecniche piuttosto raffinate. Le sospensioni, infatti, sono McPherson all’anteriore mentre al posteriore troviamo un raffinato Multilink a ruote indipendenti. I freni, invece, sono a disco, sia davanti che dietro, al contrario di rivali ben più blasonate.
Il motore di Aiways U5 è anteriore, sincrono a magneti permanenti, da 204 CV e 310 Nm di coppia. Curiosamente, i numeri sono gli stessi del motore posteriore di Volkswagen ID.4 e Skoda Enyaq iV). La potenza nominale, invece, è di 82 CV. U5 è poi dotata di un sistema di recupero di energia sviluppato dalla tedesca Bosch. A livello di batteria, Aiways U5 realizza in casa le sue batterie in una fabbrica dedicata a Changshu. Le 24 celle utilizzate sono prodotte da un altro colosso del mondo dell’auto, CATL, che fornisce le celle anche a rivali come la già citata Volkswagen ID.4 ma anche BMW iX1 e iX3. Nel caso di Aiways U5, l’elettrica cinese può contare su un pacco batterie da 63 kWh nominali, e la sua struttura è un brevetto Aiways. La batteria è formata da diversi strati che separano la parte liquida (dedicata al raffreddamento) dal modulo delle batterie “asciutto”.
In questo modo, è possibile aumentare le capacità di raffreddamento ma anche la capacità della batteria a parità di ingombri. La piattaforma MAS risulta anche piuttosto leggera. La versione X-cite d’accesso ha una massa a vuoto di 1.720 kg, che diventano 1.770 per la Prime, dotata del tetto panoramico in cristallo. Si tratta di un ottimo risultato confrontato con alcune rivali dirette. Hyundai Ioniq 5 e Tesla Model Y in versione a due ruote motrici pesano entrambe 1.910 kg, mentre la VW ID.4, a parità di motorizzazione, arriva a oltre 2.000 kg. Questo regala ad Aiways U5 numeri interessanti in quanto a prestazioni e autonomia. L’accelerazione 0-100 km/h è coperta in 7,8 secondi nella versione Prime, mentre la velocità massima è autolimitata a 170 km/h. L’autonomia, invece, secondo il ciclo medio WLTP è di 400 km, con un consumo medio omologato di 6,3 km/kWh, ovvero circa 15,8 kWh/100 km.
Ma come si è comportata nella nostra prova su strada Aiways U5? Dopo aver conosciuto le sue caratteristiche esterne, interne e meccaniche, Aiways U5 sulla carta appare come un’auto con diverse qualità, dotata di tutto il necessario per un’auto del suo segmento, ma priva di quell’attenzione ai minimi dettagli di alcune rivali europee. Alla guida, queste impressioni diventano realtà, perché Aiways U5 fa tante cose molto bene. In alcuni frangenti, però, le manca quel quid in più per spiccare. In città, ad esempio, il raggio di sterzata è ottimo per un’auto di queste dimensioni e a motore anteriore. La visibilità è molto buona, grazie a grandi superfici vetrate e ad un ottimo sistema di telecamere a 360°. Queste ultime sono ben realizzate, migliori anche di rivali ben più costose. Nonostante le dimensioni generose, svicolare nel traffico è molto facile. Peccato per un motore con un avvertibile ritardo di risposta di circa 0,5/1 secondi nelle modalità Eco e Normal, che però scompare in Sport.
Aiways U5 da il meglio di sé in modalità Sport sia a livello di piacere di guida che, a sorpresa, per i consumi. Grazie infatti alla maggiore prontezza di risposta, Aiways U5 riesce a gestire meglio l’erogazione della potenza. È soprattutto il pedale dell’acceleratore dalla risposta più lineare che permette di parzializzare di più l’erogazione di potenza. Ottima invece la risposta delle sospensioni sulle buche, tarate piuttosto morbide e capaci di assorbire anche le buche più profonde. Decisamente buono, poi, l’isolamento acustico in ambienti urbani. Non convince a pieno invece la taratura del sistema di recupero dell’energia in rilascio. Non porta mai ad una guida One-Pedal, incapace di fermarsi del tutto lasciando il solo pedale dell’acceleratore. Migliorerei, invece, la modalità di selezione dei tre livelli di rigenerazione (Low, Medium e High), gestibili unicamente tramite il sistema infotainment: non comodissimo durante la guida. Comoda l’accensione senza alcun tasto, in stile Tesla. Per partire basta schiacciare il freno e inserire una marcia, per spegnere l’auto mettere in P e scendere dall’auto.
Dove Airways U5 da il meglio di sé è nelle strade extraurbane, dove riesce a sfoggiare un’efficienza molto interessante. Durante la nostra prova, andata in scena in periodo invernale con alcune giornate dove non si superavano i 5 gradi e si scendeva sotto gli 0°C di notte, Aiways U5 ha totalizzato con una guida attenta un consumo medio tra i 16 e i 18 kWh/100 km a seconda dell’utilizzo o meno del climatizzatore. Essendo ancora del tipo convenzionale, il clima ha un impatto piuttosto importante sull’autonomia dell’auto, che migliora notevolmente privilegiando l’utilizzo di volante e sedili riscaldabili. Tra le curve, poi, Aiways U5 sfrutta bene le sospensioni indipendenti sulle quattro ruote offrendo tanta stabilità tra le curve, dove sfoggia una buona dose di agilità e infonde fiducia.
La coppia del motore elettrico è davvero generosa, a tratti forse troppo. Gli pneumatici Cooper relativamente sottili (il battistrada è da 235 mm sia davanti che dietro) montati sul nostro esemplare nelle accelerazioni più vigorose infatti fanno a volte fatica a scaricare a terra tutto quello che il potente motore anteriore di U5 ha da dare, facendo intervenire il controllo di trazione, puntuale e non troppo invadente. Grazie a questo motore così esuberante, Aiways U5 è davvero vivace, più di quanto ci si aspetterebbe. Lo sterzo, però, invita alla calma. Il comando è leggero e non precisissimo, e pecca in linearità di risposta nei primi gradi di sterzata. Le sospensioni morbide e il pedale del freno dalla corsa lunga e dalla modularità poco intuitiva fanno capire subito l’indole tranquilla e paciosa di Aiways U5.
In autostrada, infine, a 130 km/h Aiways U5 mostra una buona insonorizzazione, punto cruciale su tutte le elettriche in quanto è assente il suono del motore termico che “calmiera” i fruscii aerodinamici. Al netto di specchietti piuttosto grossi che quindi “si fanno sentire”, l’insonorizzazione è buona a livello aerodinamico. Anche il rumore di rotolamento degli pneumatici è mantenuto piuttosto basso. Abbassando la velocità media a 110/120 km/h, però, il comfort acustico aumenta considerevolmente, indicando anche “acusticamente” come U5 si trovi più a suo agio a quelle velocità.
L’agio, altresì, non è derivante da una mancata stabilità, che infonde fiducia anche nei curvoni autostradali più impegnativi, ma quanto dall’autonomia. A 130 km/h, infatti, U5 ha un consumo di 28 kWh/100 km, per un’autonomia che si attesta quindi intorno ai 210/220 km. A 110 km/h riesce a scendere a 22 kWh/100 km, per un’autonomia reale di circa 280 km. In autostrada, infine, troviamo nuovamente quella “incompiutezza” di cui sopra analizzando i sistemi di assistenza alla guida. La guida autonoma di tipo 2 c’è e funziona anche piuttosto bene. Il Cruise Control Adattivo è preciso e non perde colpi, il mantenitore di corsia è piuttosto pronto e il sensore per l’angolo cieco è di grandi dimensioni e facile da vedere.
Il sistema di guida autonoma “iDrive”, però, è soggetto a diversi riavvii con conseguente disattivazione. In autostrada, poi, ha la tendenza a rallentare parecchio anche in corrispondenza di curve ad ampio raggio. I cicalini per avvertire il guidatore di aver toccato la linea di mezzeria e di disattivazione e conseguente riattivazione del sistema iDrive, poi, alla lunga possono infastidire. Infine, la grafica degli avvertimenti (piuttosto frequenti) di porre le mani sul volante e di attivazione del mantenitore attivo di corsia non è la più accattivante. Il sistema, nel complesso, funziona piuttosto bene. Avrebbe oggettivamente bisogno di un aggiornamento software per dare il meglio di sé, e perdere alcuni peccati di gioventù.
Concludiamo la prova su strada di Aiways U5 con consumi e autonomia, piuttosto diversi a seconda del contesto di utilizzo. In città, nonostante la massa ha una buona efficienza nell’ordine dei 20 kWh/100 km, per un’autonomia cittadina di circa 300 km. Fuori città i consumi scendono parecchio, come abbiamo visto, a 15-17 kWh/100 km, per un’autonomia che, con uno stile di guida attento, può raggiungere i 400 km omologati nel ciclo WLTP dalla Casa cinese. La ricarica, infine, è piuttosto lineare, capace di sfruttare al massimo le colonnine da 50 kWh con una potenza erogata di 45/47 kWh, con tempi di ricarica quindi di circa 1 ora e mezza dallo 0 al 100%.
Concludiamo così con il listino prezzi di Aiways U5, decisamente facile da decifrare. Ci sono infatti solo due allestimenti del SUV elettrico cinese: a versione d’accesso X-cite e la top di gamma Prime, oggetto della nostra prova. Dotate entrambe dello stesso powertrain da 204 CV e della batteria da 63 kWh, il prezzo di di Aiways U5 in allestimento X-cite è di 43.500 euro. Di serie, questa versione offre cerchi in lega da 17 pollici, clima bizona, sistema infotainment con schermo da 12,3 pollici, Cruise Control, telecamera posteriore, vetri posteriori oscurati, chiave elettronica e divano posteriore scorrevole. La top di gamma Prime, invece, offre in più sensori di parcheggio anteriori, telecamera a 360 gradi, portellone posteriore elettrico, cerchi in lega da 19 pollici e l’enorme tetto panoramico in vetro apribile. Gli optional? Solo la vernice metallizzata, proposta a 800 euro. Il prezzo di Aiways U5 in versione Prime sale di 3.500 euro, arrivando a 47.000 euro.
Si tratta di un listino piuttosto interessante, più basso di circa 10.000 euro rispetto alle rivali europee e giapponesi. Per una Volkswagen ID.4 Pro, dotata di un motore equivalente in potenza (204 CV) e con una dotazione comparabile, si parte da 55.000 euro, e le stesse cifre sono richieste per concorrenti come Hyundai Ioniq 5 o Ford Mustang Mach-E. Ha senso scegliere, anche al netto del prezzo, Aiways U5 rispetto alle più note rivali? A livello di distribuzione e assistenza, Aiways si affida all’esperienza del Gruppo Koelliker, che negli anni ha dimostrato con marchi di successo come Rover, Jaguar, Hyundai, KIA e SEAT di “saperci fare” anche nella fase di post-vendita e assistenza. Il modello, invece, ha diversi punti di forza. U5 è molto comoda, ha tanto spazio anche per cinque persone, ha una costruzione robusta e offre tutto quello che serve ad un prezzo interessante per il suo segmento.
Non sono molti, infatti, i SUV da oltre 4,6 metri esclusivamente elettrici a meno di 50.000 euro. Aiways U5 è anche molto vivace, ha una buona stabilità e permette di viaggiare senza problemi anche in famiglia, specialmente se si viaggia su strade statali dove il SUV cinese può dare il massimo in termini di efficienza. In autostrada invece, come molte rivali ben più blasonate, l’autonomia scende. In più, non è la più sofisticata o raffinata a livello tecnologico, e se cercate un’auto con cui aggredire il misto stretto U5 (e in generale un SUV elettrico) non è l’auto adatta. Aiways U5, in definitiva, è un’auto parecchio convincente se pensiamo che si tratta della prima vettura della storia di un brand giovanissimo, nato da zero e senza alcun supporto di grandi Gruppi alle spalle.
Questa sua indipendenza e gioventù si nota da alcune caratteristiche acerbe del progetto, come lo sterzo non molto preciso e non sempre omogeneo, il sistema di infotainment solo discreto e la taratura dei sistemi di assistenza alla guida, solo sufficienti. In questi frangenti, Aiways U5 segna un po’ il passo sulle rivali, ma risulta comunque comoda, piacevole da guidare, dotata di una buona autonomia e capace di soddisfare i bisogni di una famiglia che vuole un’auto spaziosa e pratica a zero emissioni. Come prima “fatica” della Casa, non possiamo che fare i complimenti ad Aiways: come dice il detto, “chi ben comincia, è a metà dell’opera”. Con queste premesse, dovremo guardare con grande attenzione la futura Aiways U6, SUV coupé basata su U5 che offrirà versioni completamente rinnovate di infotainment, sistemi di assistenza alla guida e motorizzazioni migliorate. Buona la prima, quindi, e attenti alla seconda…
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