Il Parlamento italiano avrebbe deciso, negli ultimi giorni, di mettere al bando il PRA mediante un emendamento che sarebbe stato presentato nel DDL Concorrenza in Commissione Industria al Senato. Proprio al Senato sarebbe già stato illustrato, e sarà discusso con il parere del Governo, da cui seguiranno le eventuali riformulazioni di un nuovo testo, quindi la trasformazione in Ordine del giorno e, se dichiarato ammissibile, la processione al voto in Commissione e poi in aula per renderlo effettivo e pubblicarlo in Gazzetta Ufficiale.
Quasi cento anni, per la precisione 95, questo è il lasso di tempo nel quale l’ACI si è occupata della gestione del PRA. Per chi non lo sapesse, il PRA è il registro nel quale sono inseriti tutti i veicoli, mentre la Motorizzazione seppur funga anch’essa da registro, contiene i nominativi di tutti i proprietari e patentati. Due registri che emettendo certificati di proprietà e libretti di circolazione diramano sommariamente gli stessi dati.
Fatta questa considerazione è facile pensare alla parola “doppione”, se non fosse che la Motorizzazione Civile fa riferimento diretto al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, mentre il PRA è di completa competenza dell’ACI, la quale per ogni pratica incassa una cifra 27 euro, che a sua volta in un anno genera oltre 260.000.000 di euro l’anno, con un utile netto di oltre 80.000.000 milioni.
Fu mediante il Decreto Legislativo n. 98 del 29 maggio 2017 che l’allora Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti stabilì che dal 1° luglio 2018 la carta di circolazione (documento emesso dalla Motorizzazione) avrebbe costituito il “documento unico” contenenti i dati del veicolo e quelli della proprietà, sancendo di fatto una progressiva eliminazione del PRA. Subentrarono però delle difficoltà tecniche nella trasmissione dei dati dal PRA alla Motorizzazione espresse dall’ACI, di conseguenza tutto slittò al 1° gennaio 2020. Il 26 novembre 2019, però, un nuovo emendamento ritardò ulteriormente l’avvio di questa procedura portandolo al 1° novembre 2020.
Contemporaneamente, dalla data sopra indicata è stato gradualmente introdotto il Documento Unico di Circolazione e di Proprietà in sostituzione della Carta di Circolazione e del Certificato di Proprietà del veicolo (CDP cartaceo o CDPD digitale), processo andato a regime il 31 marzo 2021.
Tutte queste procedure, però, non hanno modificato posizione ed attività del PRA, quindi con questo emendamento si prova a metterlo al bando avviando, di conseguenza, un regime di concorrenza. La speranza è quella di diminuire i costi a carico dei contribuenti, mettendo mano ad un Regio Decreto del 1927.
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