Accise su benzina e Diesel, in questi giorni sono un argomento di stretta se non strettissima attualità visto il loro contributo sul prezzo dei carburanti, in rapida ascesa dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Cosa sono? Quanto incidono sul prezzo alla pompa e quanto incide l’IVA? Cerchiamo di fare chiarezza con un piccolo vademecum sulle accise su benzina e Diesel. A margine, anche una spiegazione del cosiddetto margine lordo e, per non farci mancare nulla, una panoramica sui prezzi dei carburanti…se non ci fossero le accise! Siamo o non siamo gli automobilisti più tassati d’Europa?
Gli aumenti vertiginosi dei prezzi dei carburanti è una di quelle cose che attanaglia principalmente gli automobilisti e, più generale, il mondo dei trasporti. Il senso comune è quello di un profondo malcontento, che si evince per le strade, nei luoghi pubblici, sui social e nei vari forum. La “Mission Impossible” del momento è quella di trovare qualcuno che condivida e che abbia capito pienamente cosa abbia portato i prezzi di benzina e Diesel alle stelle.
Nel mirino sono finite ancora una volta, inevitabilmente, le accise, l’eterna pietra dello scandalo per molti italiani. Da anni, col susseguirsi di svariati governi, tutti hanno pensato e parlato di ridurle, ma il tutto non si è mai concretizzato, facendo quindi delle accise un mero argomento di campagna elettorale.
Ma non sono solo le accise sulla benzina e sul Diesel ad incrementare il prezzo dei combustibili, sarebbe troppo bello. Ad esse si aggiungono l’IVA (al 22%), oltre al prezzo industriale ed il margine lordo.
Le imputate principali dei rincari sono loro, le accise, la quali per definizione sono un “Tributo indiretto a riscossione mediata che si applica a determinati beni (per es., carburanti, elettricità, alcolici, sigarette, fiammiferi) al momento della produzione o della vendita, e viene pagato dal produttore o dal commerciante trasferendone l’onere sul consumatore, cioè includendolo nel prezzo di vendita”. In poche parole sono tasse introdotte anno dopo anno, una sull’altra, per finanziare delle emergenze.
Tutto prese il via nel 1935 per la guerra in Abissina fino ad arrivare al terremoto del 2012 in Emilia, passando per la tragedia del Vajont del 1963 e l’alluvione di Firenze del 1966. Le accise, quindi hanno anche accompagnato i momenti più difficili della storia italiana. Viene da inorridire pensando che noi italiani paghiamo ancora gli effetti di una guerra fascista, ma non è proprio così, in quanto nel 1995 le varie accise introdotte fino ad allora sono state inglobate, andando a formare un’imposta indifferenziata.
A oggi, sono ben 18 le accise su benzina e Diesel totali che vengono sommate al prezzo netto del carburante, di queste sono 8 quelle introdotte tra il 1956 ed il 1996 e 10 tra il 2004 e il 2014. A conti fatti, questa tassa ammonta, sempre a dati aggiornati, a 0,728 euro sul prezzo della benzina e 0,617 per il diesel.
Dopo averne sentito parlare in ogni comizio politico, da una quindicina di giorni a questa parte le accise su benzina e Diesel sono l’argomento di ogni discussione, il pomo della discordia tra cittadini e classe politica che si sta muovendo da una parte per non scontentare troppo l’elettorato, dall’altro per fronteggiare un’emergenza che non vede purtroppo una fine come è stato ed è per la pandemia dopo l’arrivo dei vaccini. Salvini promise il taglio definitivo alle accise nel governo giallo-verde delle accise, e non se ne fece nullla. Serviva una guerra per aprire gli occhi?
Anche l’IVA (Imposta Valore Aggiunto) è una di quelle tasse che si ripercuotono sui carburanti. Quest’imposta è al 22%, vale a dire che incide sul prezzo finale di 0,352 centesimi per ogni litro di benzina e 0,330 per il Diesel. È fuori discussione eliminarla dal prezzo finale di questi combustibili, ma non è nemmeno impossibile ridurre la sua percentuale. Si vocifera di un abbassamento al 5% che gioverebbe in maniera significativa non solo agli automobilisti, ma anche a quelle aziende che usufruiscono di veicoli a motore, in quanto l’IVA non si applica solo sul carburante in sé, ma anche sulle accise, in poche parole…tassando una tassa. 58,6% per la benzina ed il 55,1% per il Diesel, questi sono i numeri che derivano dalla somma dell’IVA sulle accise.
Il prezzo industriale non è nient’altro che il costo variabile del petrolio (calcolato al barile, cioè 42 galloni americani, pari a circa 159 litri) e quello della raffinazione. Il processo di raffinazione fa riferimento al Platts, cioè il valore effettivo dei prodotti raffinati. Il prezzo fatto dalle raffinerie è compito di quest’agenzia indipendente, con sede a Londra. I due costi sono slegati tra loro, di conseguenza un aumento non dovrebbe influire alla stessa maniera sull’altro. Ad oggi, per la benzina il prezzo industriale è di 0,828 euro per la benzina e 0,996 per il gasolio.
A comporre il prezzo finale di benzina e Diesel, oltra ad accise, prezzo industriale ed IVA, c’è infine il margine lordo. Consiste nel prezzo dei costi di distribuzione, quindi movimentazione, distributori e via dicendo. È il costo che ha il minor importo di tutti: 0,045 euro per la benzina e -0,114 per Diesel. Nessun errore, i margini lordi del gasolio sono ampiamente negativi, poiché il costo della materia prima è nettamente superiore al prezzo di vendita senza tasse.
Una volta capita la composizione del prezzo dei carburanti, è più facile scremare i costi e quantificare al netto i prezzi di benzina e Diesel, su un litro di carburante ai valori attuali (valori in euro)
Costi | Benzina | Diesel |
Accise | 0,728 | 0,617 |
IVA | 0,352 | 0,330 |
Prezzo industriale | 0,828 | 0,996 |
Margine lordo | 0,045 | -0,144 |
Quindi, se ad esempio un litro di carburante dovesse per assurdo avere un prezzo industriale pari a 0, il prezzo sarebbe di 1,08 € al litro per la benzina e 0,947 € euro al litro per il gasolio.
È triste il primato italiano a livello continentale riguardo la tassazione dei carburanti. Il peso percentuale sui costi dei carburanti è condiviso con Olanda e Grecia per quel che concerne la benzina, mentre per il Diesel è una medaglia d’oro esclusivamente italiana, con la Francia (dove l’IVA è al 20%) seconda col 53,1% ed il Belgio (IVA al 21%) con peso fiscale al 52,2%. Ultimi posti per Romania (45% ed IVA al 19%) in merito alla benzina e l’Estonia (41,7% ed IVA al 20%) per il diesel.
Cosa sono le accise?
La scienza delle finanze definisce come accisa un’imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo applicata sulla quantità del prodotto, invece che sul suo prezzo.
Come mai ci sono le accise?
Avendo una valenza “compensativa” o “punitiva” nei confronti di consumi che possono impoverire il paese, le accise vengono aggiunte per recuperare gradualmente dei costi esosi per lo Stato dovuti a stati d’emergenza.
In merito ai carburanti, cosa sono le accise?
Le accise sui carburanti sono le imposte su benzina, gasolio, Gpl e metano utilizzati per l’autotrazione, introdotte per far fronte ad esigenze di cassa non necessariamente collegate al mondo dei prodotti petroliferi.
Quali sono le nazioni con maggiori accise?
Al primo posto l’Italia sia per benzina che diesel. Primato anche per Olanda e Grecia (ma solo per il diesel). Secondo posto per la Francia, terzo per il Belgio. Chiudono la classifica europea la Romania e l’Estonia.
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