Addirittura 15.000 tagli: sarebbe questo l’obiettivo del Gruppo Volkswagen, in base a indiscrezioni non commentate dall’azienda. Che pertanto non conferma, ma non smentisce. Due impianti di produzione chiusi, perché c’è un’offerta VW di due milioni di auto annue, con una domanda di un milione e mezzo. Non solo: questa mega sforbiciata la società potrebbe darla senza che sia necessario l’ok del consiglio di sorveglianza.
Stando agli analisti di Jefferies (società di investment banking e intermediazione titoli), i sindacati possono scioperare solo sul salario. Invece, non hanno modo di incrociare le braccia sulla chiusura degli impianti o sui licenziamenti se non sono protetti da contratti. E siccome il maxi accordo fra VW e lavoratori verrà stracciato, ecco le mani libere del Gruppo. Gli attuali accordi salariali aziendali e la sicurezza del posto di lavoro previsti scadranno a fine 2024. Inoltre, la società potrebbe registrare fino a 4 miliardi di euro in accantonamenti per tagli di capacità pianificati già nel quarto trimestre 2024.
VW è orientata alla chiusura di almeno un impianto di assemblaggio e uno dedicato alla componentistica. Una decisione storica, che non ha precedenti negli 87 anni di vita di Volkswagen. D’altronde, il bando termico 2035, l’avvento dei rivali cinesi nel mondo delle vetture elettriche, l’inflazione, i tassi di interesse più elevati e la mancanza di colonnine di ricarica nonché di incentivi rappresentano il mix ideale per la tempesta perfetta. Il vecchio piano di revisione dei costi per 10 miliardi di euro entro il 2026 non è più sufficiente viste le condizioni di mercato. Necessari altri 5 miliardi per risollevare la competitività del brand che dà il nome al gruppo: il suo margine operativo è crollato al 2,6% contro l’obiettivo al 2026 del 6,5%.
Quanto è grave la crisi Volkswagen? L’analisi approfondita
Sarà un autunno di fuoco per VW (circa 700.000 dipendenti). Oltre a un’ondata di scioperi, sotto osservazione il consiglio di sorveglianza, presieduto da Hans Dieter Pötsch, composto da 20 membri. Di questi, 10 rappresentanti degli azionisti (tra i quali il Land della Bassa Sassonia che detiene almeno il 15% delle azioni); 10 da rappresentanti dei dipendenti. A loro volta, di questa decina, 7 sono dipendenti della società, 3 rappresentanti dei dipendenti come l’ultra combattiva Daniela Cavallo, 49 anni, presidente del consiglio di fabbrica generale e di gruppo.
Intanto, migliaia di lavoratori hanno protestato oggi a Bruxelles, dove c’è lo stabilimento Audi (3.000 dipendenti) del Gruppo VW. Uno di quelli in odore di chiusura per il forte calo delle vendite delle macchine del marchio. Da segnalare l’esplosione di petardi, il blocco delle strade nei pressi del Parlamento europeo. Oltre 5.0000 manifestanti provenienti dal Belgio, ma anche dalla Repubblica Ceca, si sono radunati alla stazione ferroviaria di Bruxelles Nord, per poi marciare verso l’Europarlamento. Ce l’hanno sia con i dirigenti VW sia con chi ha scelto di puntare sull’auto elettrica a livello politico.
Autore: Mr. Limone
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