Dopo il successo di Agila, il gruppo ora franco-tedesco è impegnato nel mercato delle piccole con la Opel Karl Rocks. La vettura, che prende il nome da Carl von Opel figlio primogenito del fondatore della casa Opel ed a livello estetico risulta sicuramente più piacevole della precedente Agila.
La Karl è lunga 3,68 metri e molto più bassa e filante della progenitrice, con 1,48 metri in altezza al posto di 1,70. Inoltre punta molto sulla freschezza dei colori e sulle forme semplici, tipiche del segmento, ma si distingue per l’assenza di fronzoli e per le personalizzazioni non eccessive, come invece avviene sulla sorella Adam, da noi provata. Parlando “nostrano” possiamo dire che la Karl sta alla Fiat Panda, come l’Adam sta alla 500.
Design: look offroad ed accessibilità elevata
Il frontale di Karl si distingue per il tipico sorriso Opel, un effetto dovuto alla dinamica barra cromata posta sulla griglia trapezoidale, su cui poggia il simbolo della casa. Nella versione Rocks ha le fattezze di un vero piccolo SUV e condivide molte delle caratteristiche tipiche di questa categoria di veicoli come la seduta rialzata. Il carattere fuoristradistico della vettura e la sua esuberante personalità sono ulteriormente sottolineati nella variante Rocks dall’aumento di 18 mm della distanza dal suolo che assicura una migliore visibilità nel traffico urbano e una maggiore accessibilità. In questo modo la Opel Karl Rocks può avventurarsi anche al di fuori delle strade asfaltate e affrontare fondi stradali irregolari, anche se parliamo sempre di un 2WD, quindi meglio non esagerare.
Un tocco di stile viene dalle funzionali barre portatutto sul tetto, dai robusti paraurti: anteriore con fendinebbia integrati e posteriore, che non verniciato, appare però posticcio. La Opel Karl Rocks esalta l’aspetto “rugged” grazie a protezioni sottoscocca, modanature in plastica dei passaruota e minigonne in plastica. Originali i cerchi in lega bi-color da 15 pollici, che insieme alla linea del tetto inclinata, rendono la carrozzeria vivace, sportiva e robusta.
All’interno, la posizione di guida è comoda per tutte le taglie, con il sedile regolabile in altezza, così come il volante. Tutti i comandi strettamente riservati alla guida sono posizionati vicino al guidatore, a sinistra un po’ nascosti a dire il vero, sul volante ed intorno ad esso. Le plastiche sono rigide, ma tutt’altro che economiche se confrontate con le avversarie del segmento. C’è da dire che qualche concorrente è più vivace nell’accostamento cromatico, ma i portaoggetti ci sono tutti, così come l’immancabile presa Aux e USB. Il clima manuale è efficace e distribuisce efficacemente aria climatizzata ai posti anteriori, meno a quelli posteriori, è anche un po’ rumoroso alle alte velocità della ventola. Scenografico il grande display centrale, IntelliLink con touchscreen da 7″ con comandi al volante, di cui parleremo dopo in modo approfondito.
Con Opel Karl, come anche per la maggior parte delle concorrenti è possibile scegliere tra 4 posti e un divanetto ribaltabile singolo o 5 posti con sedile posteriore frazionato 40/60. In ogni caso dietro trovano posto comodamente solo per due persone adulte e per trasferte non troppo lunghe. Notevole lo spazio a bordo garantito per gli occupanti e anche l’accessibilità grazie alle porte che si aprono quasi a 90°. Unico neo la mancanza delle tasche portaoggetti posizionate dietro i sedili.
Il vano bagagli ha una capienza non troppo elevata, si parla di 215 litri ma, con i sedili posteriori abbattuti, il volume di carico della Opel Karl può arrivare fino a 1.013 litri. Manca una pratica luce nel vano.
Alla guida del 1.0 tre cilindri da 75CV: la città è il suo habitat
L’unica motorizzazione sulla nuova Opel Karl è il 1.0 EcoTec tre cilindri da 75 CV, noi, dopo l’assaggio della Karl “liscia” GPL, abbiamo provato la versione Rocks a benzina, con una coppia massima di 95 Nm a 4.400 giri. Non è più possibile optare per l’automatico, ma solo scegliere una versione più “green” con Start and Stop (+300€). Un altro numero importante sono i soli 930 kg di massa della Opel Karl Rocks 5 porte, un vero peso piuma nella categoria.
Alla guida, il motore risulta piacevole nella verve e molto silenzioso. Negli spunti al semaforo l’auto è briosa e scattante anche grazie alla massa ridotta. La coppia va cercata un po’ in alto, come negli aspirati di piccola cilindrata, ma la voce del propulsore non si fa mai sentire, se non in piena accelerazione, dove comunque l’anima a tre cilindri si percepisce bene. Abbiamo apprezzato il feeling che fin da subito si instaura tra il conducente e la vettura, mai brusca e sempre fluida.
Ad alte velocità però il volante risulta troppo sensibile: alla minima variazione scarta improvvisamente, ciò costringe a corregge spesso il volante. In autostrada l’assetto non è molto frenato e complice il passo corto meglio restare sotto le velocità da codice, ma il cruise control è a pagamento. A 130 orari il motore frulla a 3.800 giri, in caso di rallentamento occorre scalare, pena una ripresa molto lenta.
Bene il cambio, dalla manovrabilità corretta e ben rapportato. Con soli 32 litri di serbatoio l’autonomia non è troppo elevata, parliamo di circa 450 km, con una media registrata di 14,5 km/l.
Dove la Opel Karl Rocks acquisisce un bel vantaggio è, ovviamente, in città, grazie alle dimensioni iper compatte (3,68 metri) eal raggio di sterzata che è sì ridotto (10.6 m), ma non a livello di alcune concorrenti anche di segmento superiore (leggasi Fiat Panda e Mazda 2), si parcheggia ovunque. I centimetri aggiuntivi in altezza poi regalano una buona visibilità in ogni direzione ed i sensori di parcheggio, a pagamento, completano il pacchetto. Non è una novità, ma è sempre piacevole il City Mode, che riduce la fatica delle sterzate aumentando il comfort nelle manovre da parcheggio.
Opel Karl Rocks: connettività e sicurezza da classe superiore
La nuova Karl si distingue per la connettività e l’offerta di servizi senza rivali. E’ infatti dotata (optional) dell’ultima generazione del sistema di infotainment Opel IntelliLink 4.0 (qui il nostro focus tech). Il sistema di nuova generazione montato su Karl porta nell’abitacolo il mondo connesso degli smartphone e delle app ed è pienamente compatibile con con Apple CarPlay e Android Auto e, quindi, con tutti gli smartphone Android o iOS. Utile la funzione Siri Eyes Free e la radio DAB.
I servizi comprendono: chiamata automatica in caso di incidente, chiamata di emergenza H24 e soccorso stradale, App per Smartphone (controlla la pressione delle gomme e localizza l’auto da remoto), hotspot Wi-Fi, assistenza in caso di furto auto e diagnostica veicolo. Unico neo: se non ci connette uno smartphone non si può avere un navigatore nativo del sistema, un peccato.
A livello di sicurezza fanno parte della dotazione di serie di tutte le Karl: airbag anteriori e laterali per guidatore e passeggero anteriore, e airbag a tendina anteriori e posteriori a protezione del capo dei passeggeri, attacchi ISOFIX, TPMS e ovviamente l’ESP.
Una funzione esclusiva nel segmento delle citycar è l’allerta in caso di superamento involontario dei limiti di carreggiata Lane Departure Warning. Sempre in tema tecnologia troviamo poi Park Assist che utilizza i sensori a ultrasuoni inseriti nel paraurti posteriore e il cruise control con limitatore di velocità. Completano l’equipaggiamento la funzione cornering light integrata nei fendinebbia e l’hill holder.
A livello di sicurezza passiva la Karl si è guadagnata quattro stelle su cinque (scese a tre nel 2017) nei severi test EuroNCap. Frenata sempre sicura e ESP conservativo la rendono adatta anche ad un neopatentato.
Prezzi e concorrenti
La Opel Karl è offerta solo in versione Rocks 1.0 tre cilindri 73cv con prezzi da 13.740€, con Start and Stop si aggiungono trecento euro.
Le principali avversarie sono il trio nippo-francese Citroen C1, Peugeot 108, Toyota Aygo, la Fiat Panda, le coreane Hyundai i10 e Kia Picanto, la Mitsubishi Space Star, la “posteriore” Renault Twingo, l’altro trio tedesco Seat Mii, Skoda Citygo e VW UP!, per concludere con la Smart ForFour e la Suzuki Celerio.