Conoscete l’età del brand Abarth? Sembra un brand molto giovanile, ma all’attivo ha ben 75 primavere. Se lo ricorderanno bene i nostri genitori e anche i nostri nonni più appassionati.
Venne fondata, infatti, il 31 marzo 1949 a Bologna dall’ingegnere italo-austriaco Carlo Abarth e dal pilota Guido Scagliarini. All’inizio era nata come scuderia sportiva e non come costruttore vero e proprio. E il suo successo è dovuto alla produzione, o meglio all’elaborazione di autovetture di piccola cilindrata, e alle sue marmitte omonime, prodotte per elaborare le Alfa Romeo, le Fiat e le Lancia di un tempo, ma anche le Simca, le Autobianchi e perfino le Porsche.
Dopo essere stata comprata e controllata dal gruppo Fiat Chrysler Automobiles, l’azienda oggi è parte della galassia del gruppo Stellantis. Oggi quindi il marchio dello Scorpione sta per raggiungere quest’ambitissimo traguardo, e da arzilla 75 enne, vista l’incredibile storia fatta di record e di apprezzamento degli automobilisti, vogliamo riscoprirne con voi i 5 modelli più iconici di sempre, quelli che hanno scritto la storia del Brand.
La prima “500” elaborata da Abarth fu realizzata per il salone di Torino del 1957 e successivamente prodotta in pochi esemplari. Si tratta di una vettura elaborata usando i pezzi speciali costruiti dalla Abarth che mantiene pressoché immutato l’aspetto esteriore del modello da cui deriva.
Furono inoltre commercializzate le popolari “cassette di trasformazione Abarth”, che consentivano di modificare la FIAT Nuova 500 rendendola più aggressiva e sportiva, senza limitarne la circolazione alla sola “pista”. La trasformazione messa in atto allora da Abarth è nel suo stile: aumento della cilindrata e della compressione, carburatore più grande e albero a camme più “spinto”. E ancora, coppa dell’olio maggiorata e ridisegno di tutta la linea di scarico. Ciò che non si cambia viene migliorato e alleggerito, come l’albero motore e le bielle. Come optional si può dotare la vettura di un cruscotto con strumentazione “da corsa”.
A titolo dimostrativo circa la robustezza del motore, nonostante il notevole incremento di potenza, nei mesi di settembre e ottobre del 1958, furono organizzate alcune sessioni di prova, sull’autodromo di Monza. Una Abarth 500, dotata di carrozzeria aerodinamica appositamente studiata dalla Pininfarina, conquistò 28 primati di velocità, su varie distanze. In una delle prove, la macchina girò senza sosta per 7 giorni, alla velocità media di 111 km/h.
Nel febbraio 1964 venne invece presentata la 595 SS con una velocità massima portata a 130 km/h. Nello stesso anno vennero presentate anche la 695 e 695 SS (SuperSport), entrambe con una cilindrata totale di 689 cm³ e con una velocità massima rispettivamente di 130 km/h e 140 km/h. Nel settembre 1965 fu introdotta la 695 SS Assetto Corsa, sostituita nel 1969 dalla 695 SS Competizione.
Anche se la stupenda linea e le prestazioni della 1000 Bialbero sono quelle di una vera e propria auto da corsa, il telaio e gran parte degli organi meccanici derivano dalla popolare vettura che ha motorizzato l’Italia negli anni Cinquanta, la Fiat 600. Per questa ragione, la Bialbero rappresentò in modo emblematico l’acutezza e l’abilità di Carlo Abarth nelle elaborazioni e anche la bontà del progetto originale Fiat, che poté così mostrare le sue notevoli potenzialità di sviluppo.
Alcune con le versioni elaborate di auto derivate dalla serie, altri con veri e propri prototipi. Tra questi l’Abarth 1000 Record Pininfarina, carrozziere con il quale Abarth aveva avviato un proficuo rapporto di collaborazione sin dal 1957.
La versione più potente è costruita nel 1960 e monta un motore bialbero di 982cm3 (alesaggio x corsa 65×74), rapporto di compressione 11:5, per una potenza di 108 CV DIN a 8000 giri/minuto. Un propulsore nuovo che, come vuole la tradizione del Costruttore austriaco, viene provato prima nell’impegnativo test dei record per essere avviato successivamente alla produzione per i clienti. La carrozzeria è approntata appositamente da Pininfarina con un Cx di 0.20, che sfrutta l’esperienza maturata con i precedenti prototipi, per realizzarne uno in grado di sopportare l’aumentata potenza del propulsore e, di conseguenza le velocità più elevate.
Il team di piloti e tecnici Abarth è ormai ben affiatato e, dal 28 settembre al 1° ottobre 1960 sull’anello di velocità di Monza ottiene ben 8 primati: tra cui le “72 ore”, alla velocità media di 186,687 Km/h. Quest’ultimo è mondiale e vien strappato a un modello Ford, che lo aveva realizzato su un lago salto degli Stati Uniti.
Rispetto alla Fiat 124 Sport Spider da cui è derivata, la Fiat 124 Abarth Rally Gr.4 beneficia di un motore più potente, di tettuccio e cofano in fibra di vetro e di portiere in alluminio, che consentono una notevole riduzione del peso complessivo. A seguito di una messa a punto operata dalla Squadra Corse Abarth, la vettura ha debuttato nella stagione sportiva 1972 e ha proseguito la propria importante carriera sportiva fino al 1975, per essere poi sostituita dalla 131 Abarth Rally nel 1976.
Allestita con un motore da 1.756 centimetri cubici, in grado di erogare 200 CV di potenza, questa vettura può raggiungere una velocità massima di 170 km/h a seconda del rapporto al ponte. Ha al suo attivo due vittorie nel Campionato Europeo Rally (1972 e 1975) e la piazza d’onore del campionato costruttori per quattro stagioni consecutive (dal 1972 al 1975).
La “131 Abarth Rally” nacque dall’esigenza di sostituire l’ormai obsoleta “124 Abarth Rally”. In un primo tempo, per la nuova vettura da rally, l’Abarth aveva approntato un prototipo su base Fiat X1/9. Quando arrivò l’ordine di interrompere il progetto, Bertone era già pronto alla produzione dei 500 esemplari necessari all’omologazione nel Gruppo 4, ma la dirigenza FIAT decise di puntare sull’evoluzione della “131”, allo scopo di promuovere l’immagine della sua nuova berlina media sul mercato internazionale.
Basata sulla carrozzeria a 2 porte della prima serie, la Fiat 131 Abarth Rally era equipaggiata con un 4 cilindri bialbero derivato dal 2 litri Fiat e sviluppato da Abarth. La cilindrata era di 1995 cm3, e la potenza di 140 CV della versione stradale lievitava sino a 235 in quella da corsa. Era il “periodo d’oro” del cosiddetto gruppo 4: il regolamento tecnico che consentiva la trasformazione di berline familiari “per tutti i giorni” in autentiche auto da corsa. Al debutto nel 1977, la 131 Abarth Rally permise alla Fiat di conquistare per la prima volta il campionato mondiale costruttori. Il titolo fu difeso con successo l’anno successivo ed ottenuto nuovamente nel 1980, grazie alle numerose vittorie del duo Markku Alén – Walter Röhrl: il pilota tedesco si laureò campione mondiale piloti 1980 e, se un tale titolo fosse esistito anche negli anni precedenti, sarebbe spettato a Alén sia nel 1977 sia nel ’78.
L’anno dopo la rinascita del marchio ad opera di Fiat nel 2007, viene presentata la versione sportiva della 500, svelata al pubblico in occasione dell’inaugurazione della nuova sede Abarth nell’Officina 83 di Mirafiori e, nel marzo del 2008, presentata ufficialmente al salone dell’automobile di Ginevra.
La Abarth 500 differisce dal modello da cui deriva sia nella meccanica sia nella carrozzeria, grazie all’introduzione di paraurti, minigonne e alettone posteriore specifici. Il paraurti anteriore ha una bombatura maggiore, per ospitare i doppi intercooler arrivando ad allungare la vettura di 11,9 cm rispetto alla versione normale. Il paraurti posteriore presenta un estrattore d’aria centrale, con lo scarico a due uscite separate.
Tale modello è dotato di un motore a 4 cilindri sovralimentato già omologato Euro 5, il noto 1.4 T-Jet. Il Kit esseesse, consegnato nella caratteristica cassa di legno rievocativa delle storiche cassette di trasformazione della casa dello Scorpione, contenente tutti i pezzi necessari all’upgrade, veniva installato sul modello base dalle officine Abarth autorizzate, che successivamente eseguivano la riomologazione del veicolo e l’aggiornamento del Libretto di Circolazione. L’elaborazione prevede un aumento di potenza del motore a 160 CV, associato e della coppia massima a 230 Nm.
Ulteriori modifiche riguardano il reparto sospensivo, con molle Eibach ribassate, l’impianto frenante potenziato, filtro aria sportivo BMC e cerchi in lega da 17″.
Questo kit ha generato nel corso degli anni una famiglia di varianti comunemente nota come esseesse, composta da modelli molto simili tra loro, ma con lievi differenze a livello di setup. Tali potenziamenti sono il Kit esseesse Koni, il Kit Abarth Elaborazione 595 e il Kit Abarth 695 Brembo Koni.
Invece al Salone di Ginevra 2014, venne presentato il modello di 500 Abarth più estremo di sempre: l’Abarth 695 Biposto. Si propone al pubblico come una sintesi estrema del concetto di “elaborazione”, concretizzando un’idea di vettura biposto da corsa “Street Legal”, e come riproposizione in chiave stradale dell’Abarth 695 Assetto Corse Evoluzione, da cui riprende molte soluzioni tecniche. Con un motore 1.4 T-jet da 190 CV e un peso di soli 997 kg, la “Abarth 695 biposto”raggiunse un rapporto peso/potenza di 5,2 kg/CV, ed fu in grado secondo la casa di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 5,9 secondi, con una velocità di punta di 230 km/h.
Le caratteristiche della 695 biposto, erano scomponibili, anche qui, in tre kit di personalizzazione: “Kit innesti frontali“, “Kit 124 Speciale“, “Kit Carbonio”, “Kit racing window” e “Kit Pista“, quest’ultimo comprendente anche tuta, scarpe, guanti e casco. La carrozzeria è caratterizzata da un inedito colore “Grigio Performance” a effetto materico con vernice antigraffio. Il cofano ha un design specifico a due ‘gobbe’, ispirato alla classica 124 Abarth, ed è realizzato in alluminio. Le calotte degli specchietti e la copertura dei montanti sono in fibra di carbonio. Chiudono le dotazioni di serie l’ABS, l’ESP e il TTC, insieme all’inedito differenziale autobloccante meccanico a dischi frizione. Noi qualche anno fa abbiamo avuto l’occasione di provarla vi garantiamo che lo spirito di Carlo Abarth è ancora vivo dentro di essa.
L’ultima edizione limitata in ordine di tempo dell’Abarth 695 celebra il 75° anniversario del Brand e rende omaggio al motore T-Jet. È quindi con 1.368 esemplari, pari alla cilindrata in cc, che lo Scorpione tributerà l’evento.
Motore appunto T-Jet sovralimentato da un turbocompressore Garrett GT 1446, che eroga una potenza di 180 CV e una coppia di 250 Nm a 3.000 giri/min. La vettura raggiunge una velocità massima di 225 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in soli 6,7 secondi.
La nuova Abarth 695 75° Anniversario è l’ultima evoluzione e rappresenta alla perfezione lo stile che il Marchio si è creato in questi 75 anni. Anche nell’abitacolo nel quale gli abili designer hanno creato un ambiente esclusivo e accattivante, come dimostra il cruscotto in Alcantara nera di alta qualità e i nuovi sedili in carbonio specifici di Sabelt con cuciture personalizzate e nella moderna reinterpretazione del logo 75°, ispirato alla vettura storica.
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