Categorie: Curiosità

50 anni di Volvo a Torslanda: la storia, dalla Svezia al mondo intero

Tempo di lettura: 5 minuti

 In 50 anni, lo stabilimento Volvo di Torslanda ha prodotto più di 6,8 milioni di automobili che hanno raggiunto ogni angolo del mondo. Modelli come la Amazon, la P1800 e la 240 sono entrati a far parte del patrimonio culturale svedese, mentre vetture come la XC90 e la S80 sono destinate a fare lo stesso in futuro. Di seguito abbiamo voluto passare in rassegna alcuni dei modelli usciti dalle linee di produzione di Torslanda negli ultimi cinque decenni.

Anni ‘60

Il primo modello in assoluto realizzato nel nuovo stabilimento di Torslanda nel 1964 fu la Volvo Amazon. Questo modello era in produzione già dal 1957, aveva raggiunto un discreto successo piuttosto rapidamente e come concorrente principale aveva un altro modello Volvo, la PV544.

La Amazon è stata una delle automobili che ha caratterizzato il paesaggio stradale svedese durante tutti gli anni ’60, restando in produzione fino al 1970. Tuttavia, quando lo stabilimento chiuse per ferie il 3 luglio 1970, la sua storia ebbe termine dopo che ne erano stati prodotti complessivamente 667.322 esemplari a due, quattro e cinque porte.

Il secondo modello ad essere realizzato, questa volta sin dall’inizio della sua produzione, nel nuovo stabilimento Volvo fu la P1800, la stupenda sportiva lanciata nel 1961. Con l’aiuto di Roger Moore nel ruolo di Simon Templar nella serie televisiva inglese intitolata “Il Santo”, la P1800 acquisì subito un fascino particolare che ancora l’accompagna a 50 anni di distanza. Oggi, la P1800 è il più ricercato fra i modelli d’epoca di Volvo.

 L’autunno del 1966 vide il lancio del primo modello completamente nuovo dall’apertura dello stabilimento di Torslanda, la Volvo 140. Questo fu anche il modello che fece guadagnare seriamente a Volvo la fama mondiale di leader nell’ambito della sicurezza grazie a nuovi sistemi come l’impianto frenante a doppio circuito, i freni a disco su tutte e quattro le ruote, il piantone dello sterzo collassabile e diverse parti della scocca a deformazione controllata nella sezione anteriore e posteriore.

 Sei mesi dopo arrivò la 145 Combi, che in seguito favorì il nascere di una predilezione per le station wagon a marchio Volvo, non solo in Svezia ma in numerosi mercati in tutto il mondo.

 Gli anni ‘70

Il 1974 segnò il debutto del modello che sarebbe in seguito diventato e rimasto per molti anni il simbolo per eccellenza di Volvo Car Corporation: la Volvo 240. Pochi modelli di automobili hanno avuto una vita così lunga come la serie 240, la cui produzione è continuata fino al 1993. Oltre 100.000 addetti alla costruzione di automobili presso lo stabilimento di Torslanda hanno contribuito a far circolare questo modello per le strade di tutto il mondo nel corso degli anni.

All’inizio degli anni ’80 venne lanciata una versione turbo-alimentata della Serie 240 – il primo modello turbo realizzato da Volvo che ora è anche una ricercatissima auto da collezionismo.

Fra il 1974 e il 1982, la Serie 240 – insieme alla ‘sorella’ con motore da 6 cilindri, la 260 – fu l’unico modello prodotto presso lo stabilimento di Göteborg.

Gli anni ‘80

Nel 1982, tuttavia, alle vetture della Serie 240 si aggiunse un modello che avrebbe rappresentato l’inizio di una nuova epoca per Volvo Car Corporation. La Serie 700, nelle vesti della Volvo 760, fu introdotta nel  1982 e integrata dalla Volvo 740 due anni dopo.

Molti, particolarmente in Svezia, restarono sorpresi dalle dimensioni della vettura, che appariva molto più grande della 240 alla quale erano ormai abituati. Ma si trattava di un’impressione ottica creata dal profilo dell’auto, poiché di fatto la 740/760 aveva la stessa lunghezza e altezza – con precisione quasi millimetrica – del modello precedente.

Inoltre, la sua linea spigolosa si contrapponeva alle forme più arrotondate proposte da altre Case automobilistiche all’inizio e alla metà degli anni ‘80. Quest’ultima caratteristica, tuttavia, era stata accuratamente bilanciata in modo tale da creare uno stile intramontabile, spazio in abbondanza e – a sorpresa di molti – buone doti aerodinamiche.

Gli anni ‘90

Il 1991 fu l’anno della rivoluzione. Una rivoluzione che poteva riassumersi in tre cifre: 8, 5 e 0 – ovvero la Volvo 850 che venne lanciata appunto nel 1991. Il progetto di questa automobile è stato il più ampio e costoso nella storia di Volvo ed è stato definito da Pehr G. Gyllenhammar la cosa più importante mai accaduta all’industria svedese.

Con il suo motore a cinque cilindri montato in posizione trasversale, la Volvo 850 si presentava come qualcosa di completamente nuovo, non da ultimo per il fatto che si trattava della primissima Volvo con trazione anteriore sviluppata in Svezia.

Comunque fu un altro – più tradizionale – modello Volvo ad essere lanciato per primo negli anni ’90: si tratta della 940 che – insieme alla ‘sorella maggiore’ 960 – iniziò ad uscire dalle linee di montaggio nel primo anno di questo decennio.

L’avvicinarsi del nuovo millennio segnò il momento dell’avvicendamento a Torslanda fra la Serie 850 e i suoi successori, cioè la S70 e la V70. L’anno successivo, il 1998, vide il lancio della grande S80 berlina. Progettata presso il centro di design Volvo in California, l’auto irradiava eleganza e autorevolezza come pochissimi altri modelli della Casa. Venne anche ribattezzata “L’automobile più bella del mondo” nel Paese dello stile per eccellenza, l’Italia.

Gli anni 2000

Il nuovo millennio ebbe un inizio movimentato nello stabilimento di Torslanda. Presero infatti il loro posto sulle linee di produzione i nuovi modelli V70 e XC70, basati sulla stessa tecnologia della S80. Ancora una volta, Volvo riuscì a confermare il proprio ruolo di leader mondiale nell’area della sicurezza, in particolare grazie a nuovi dispositivi come l’airbag a tendina laterale (IC – Inflatable Curtain) a protezione della testa degli occupanti in caso di collisione laterale e ribaltamento, e il sistema WHIPS di protezione dal colpo di frusta.

 Nel 2002, Volvo fece il suo ingresso in un segmento completamente nuovo, quello dei SUV – Sport Utility Vehicles – che da tempo spopolava negli Stati Uniti in termini di vendite. Molti critici sostenevano che la XC90 era ormai in ritardo sulle concorrenti in questo segmento, ma i risultati avrebbero dimostrato che avevano torto.

In effetti la XC90 altro non era che una grande sette posti, ma vantava i sistemi di sicurezza,  le prestazioni nel rispetto dell’ambiente, la tenuta di strada e la praticità di una normale vettura. I clienti l’accolsero con grande entusiasmo e i riconoscimenti ad essa assegnati continuarono semplicemente a susseguirsi, tanto che riuscì addirittura ad aggiudicarsi il premio “Truck of the Year” negli Stati Uniti.

 Già prima che il primo esemplare uscisse dalla linea di produzione di Torslanda, ne erano state ordinate 15.000 unità e presto la produzione sarebbe arrivata a circa 60.000 vetture all’anno.

Quando la prima generazione della XC90 cesserà di essere prodotta il prossimo anno, questo modello rappresenterà in assoluto il prodotto individuale più esportato dalla Svezia.

Sei diversi modelli Volvo vengono attualmente prodotti a Torslanda: S60, V60, V70, XC70, S80 e XC90. E se a questi si aggiunge la V60 ibrida plug­in, che richiede un processo separato in ragione della tecnologia ad alta tensione che impiega, si arriva a sette. Tutti sono costruiti sulla stessa linea di produzione, in base a un’alternanza che tiene conto di come i clienti di tutto il mondo hanno effettuato il loro ordine, con un’organizzazione logistica così complessa da risultare incomprensibile ai non addetti ai lavori.

Dopo 50 anni, gli oltre 3000 dipendenti si stanno ora preparando per la nuova generazione di modelli Volvo basata sulla recentissima architettura SPA. La prima automobile a essere lanciata, verso la fine di quest’anno, sarà proprio la nuova XC90.

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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Guido Casetta
Tag: Volvo

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