Alcune volte bisogna mettere un punto e smettere con le ipocrisie ed alle formule di rito: qualcuno l’ha comunicato in maniera chiara e tonda. Elena Grandi, assessore all’Ambiente del Comune di Milano, lo ha dichiarato senza indugi in un’intervista al “Corriere della Sera”: l’amministrazione locale non vuole le auto elettriche in giro per la città, nemmeno le auto “pulite” per definizione. Perché, semplicemente, non vuole le auto. Di nessun tipo.
“L’obiettivo di massima”, ha dichiarato l’assessore, “è avere, entro il 2050, una città totalmente senza auto private. Non auto elettriche: noi vogliamo una città senza macchine”. Ha ulteriormente aggiunto il già noto arsenale di provvedimenti che renderanno impossibile la vita ai milanesi da qui ad allora: zone a 30 km/h ovunque, piste ciclabili dappertutto e così via.
In questo modo i milanesi sanno con chi avranno a che fare per i prossimi cinque anni: una giunta che lascia libero l’estremismo ambientalista contro l’automobile e che, al tempo stesso, lascia mano libera a chi cementifica la città riempiendola con grattacieli, bonus volumetrici, “riqualificazioni” lasciate a grandi operatori immobiliari, nuovi stadi, anche se l’assessore è contrario anche a quello, ma il sindaco Sala risulta essere molto più possibilista.
È cosa risaputa: uno dei grandi problemi di Milano è e rimane il traffico. Anzi, l’auto, il nemico numero uno da combattere con tutte le armi possibili, perché colpevole di tutti i mali. Poco importa che risulti uno strumento necessario alla vita quotidiana di chi, per esempio, alle 7 del mattino ha tre figli da portare in asili o scuole diverse e sparse in punti lontani della città; a chi, anziano, ha visto sparire i negozi di prossimità dal proprio quartiere e non ha altro strumento per raggiungere i lontani ipermercati della cintura metropolitana; a chi vive in zone semiperiferiche e periferiche e non può permettersi i tempi e le attese dei mezzi pubblici per raggiungere il posto di lavoro.
A chi, in pratica, non può permettersi 10.000 e più euro al metro quadro del centro storico di una città che è tornata a chiudersi su sé stessa dicendosi quanto sia bella e moderna e all’avanguardia, pensando solo a coloro che vivono nel centro storico, dimenticandosi di problemi, lotte e vita quotidiana di tutti gli altri. Per i quali l’automobile non è un lusso, ma una necessità.
Autore: Alessio Richiardi
Fonte: Corriere della Sera
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