La notizia ha ormai fatto il giro del mondo. Dal 1° gennaio 2035, addio alle auto benzina e Diesel in tutti i Paesi dell’Unione Europea. Dopo l’annuncio, le reazioni politiche (e non solo) si sono sprecate, da chi denuncia questa decisione dell’UE come “un grave errore” a chi già ammonisce e avverte delle conseguenze per il futuro della mobilità europea. In un clima così teso e incerto, però, sono tante le notizie non precise o totalmente errate che si stanno diffondendo sull’addio a benzina e Diesel nel 2035.
Tra chi parla di un blocco totale alla circolazione delle auto termiche ad un’improponibile “rottamazione di massa” di benzina e Diesel, fino ad un bando alla vendita dei combustibili fossili, le reali implicazioni dell’addio a benzina e Diesel nel 2035 sono in realtà ben diverse, e in gran parte impossibili da prevedere. Proviamo allora a ragionare su cosa succederà davvero all’addio a benzina e Diesel 2035. Potremo ancora guidare auto termiche? Ci saranno deroghe o alternative, oppure siamo “condannati” alla sola mobilità elettrica?
Le voci si sono ormai tante, e si sono sovrapposte. “Addio auto termiche”, “le auto Diesel non potranno più circolare”, “Dal 2035 solo automobili elettriche”. Cosa c’è di vero? Per capire in maniera inequivocabile cosa succederà dal 1° gennaio 2035, l’unico modo è leggere direttamente il Green Deal, l’emendamento del Parlamento Europeo che regola il futuro della mobilità in Unione Europea e ufficializza l’addio a motori benzina e Diesel dal 2035. L’emendamento è stato approvato in via definitiva in data 14 febbraio 2023 con 340 voti favorevoli, 279 voti contrari e 21 astenuti. Il suo testo contiene le regolamentazioni dirimenti per la riduzione delle emissioni di CO2 per nuove auto e nuovi furgoni. Di seguito, trovate un estratto fondamentale dell’accordo Green Deal:
“Il relatore considera la necessità di aumentare in maniera sostanziale l’ambizione delle norme in materia di CO2 per autovetture e furgoni e sostiene il termine ultimo del 2035 al più tardi, entro il quale tutte le nuove auto e i nuovi furgoni presenti sul mercato dell’UE dovranno essere a zero emissioni. Con il presente parere, il relatore intende garantire che il futuro parco veicoli contribuisca a conseguire una riduzione netta delle emissioni almeno del 55 % entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050.
Testo del Green Deal aggiornato al 14-02-2023
Leggiamo quindi che non solo verrà istituito un obbligo di vendita di veicoli nuovi a zero emissioni “dal 2035 al più tardi”, ovvero dal primo giorno utile dell’anno 2035 (per questo parliamo del 1° gennaio 2035). Già nel 2030 la riduzione delle emissioni totali delle automobili nuove vendute in Europa dovrà essere del 55% rispetto ai numeri attuali. Si tratta quindi di un decreto storico, che porterà ad un cambio totale di passo il mondo dell’auto in primis, ma anche la struttura della società europea per come la conosciamo.
Leggendo con maggiore attenzione il decreto, però, notiamo come non ci sia scritto esplicitamente che tutte le automobili in vendita dal 2035 dovranno essere elettriche. L’Unione Europea ha infatti dichiarato “solamente” che le automobili in vendita dal gennaio 2035 dovranno essere a zero emissioni. Attualmente quindi le uniche tipologie di vetture a zero emissioni locali che conosciamo sono le BEV, ovvero le auto elettriche a batteria, e le FCEV, ovvero le automobili elettriche alimentate da celle a combustibili e idrogeno. L’UE, però, implicitamente lascia la porta aperta ai carburanti sintetici, i cosiddetti e-fuels. Questi sulla carta sono infatti in grado di avere tutti i pregi delle auto termiche (facilità di rifornimento, immediatezza di utilizzo e piacere di guida) ma eliminando le emissioni di CO2.
Il lancio delle limitazioni alla vendita dal 2035 di automobili benzina e Diesel includerà quindi anche le automobili ibride di qualsiasi tipologia, Plug-In comprese. Nessuna ibrida, infatti, sarà in grado di raggiungere emissioni zero per via del loro motore termico. O meglio, del loro motore a benzina o a gasolio. Un’accelerazione nello sviluppo dei carburanti sintetici potrebbe rendere proprio le ibride la risposta più completa alla mobilità del futuro. Qui però, va detto, stiamo parlando di fanta-mobilità: di strada da fare, in questo caso, ce n’é ancora tanta.
Con l’addio alle auto benzina e Diesel nel 2035, inoltre, sono arrivate due esenzioni, una deroga temporanea e un’esenzione totale. La deroga temporanea permetterà ai costruttori con un volume di produzione compreso tra 1.000 e 10.000 unità per le autovetture e tra 1.000 e 22.000 furgoni di non dover rispettare le progressive riduzioni del 55% per le auto e 50% per i furgoni del 2030. Anche i beneficiari di questa regola saranno però costretti a sottostare al decreto a zero emissioni dal 2035.
La cosiddetta “deroga salva-Motor Valley italiana”, invece, permetterà ai costruttori che producono meno di 1.000 veicoli all’anno di non dover per forza abbandonare i motori termici. Si tratta di una misura pensata per i piccoli costruttori come, ad esempio, le italiane Pagani e Dallara o le inglesi Caterham o Morgan, che rischierebbero un aumento insostenibile dei costi di produzione.
L’addio alle auto benzina e Diesel nel 2035 quindi non si tradurrà nella vendita di sole auto elettriche. L’ipotesi idrogeno, che potrebbe prendere sempre più piede in caso di miglioramenti sostanziali nelle tecnologie di produzione e stoccaggio, e la possibilità di una diffusione dei carburanti sintetici potrebbero rappresentare una valida alternativa alle auto elettriche. In tantissimi, però, temono che dal 2035 saremo tutti obbligati a guidare automobili elettriche, e a “buttare” le nostre termiche. Cosa c’è di vero in questa ipotesi per il futuro dopo l’addio alle auto benzina e Diesel nel 2035?
Gli obiettivi vincolanti dell’Unione Europea si occupano esclusivamente di regolamentare la produzione e la vendita di nuove vetture dal 2035. Non si mettono quindi al bando le automobili già circolanti, che siano queste ibride, Plug-In, termiche o a gas. Anche dopo il 1° gennaio 2035 sarà quindi possibile circolare con la propria automobile termica, che non verrà bandita totalmente dalla circolazione su strada. O meglio, non verrà bandita dall’Unione Europea: starà ai singoli Stati e addirittura alle singole città scegliere cosa fare.
Basti fare l’esempio di Milano: già oggi le automobili termiche non sono le benvenute nella città meneghina. Difficilmente nel 2035 la città lombarda lascerà entrare le automobili benzina e Diesel, anche se Euro 7, all’interno del suo comune. Si tratterà però, molto probabilmente, di un ragionamento caso per caso, un po’ come succede oggi con l’affaire-Diesel. Se ad esempio a Milano e Bologna già oggi è impossibile accedere all’Area B con un’auto Diesel omologata Euro 5, in diverse zone dell’Italia meridionale le limitazioni sono pressoché inesistenti. Probabile quindi che queste differenze si allargheranno alla distinzione elettriche/auto a zero emissioni-auto termiche.
In definitiva, quindi, le auto termiche non saranno bandite dalla circolazione nel 2035, e non dovremo dire addio alle nostre auto benzina o Diesel, né alle ibride. Sarà quindi plausibile poter usare un’auto termica non di nuova produzione per fare lunghi viaggi, dove un’auto termica è e probabilmente sarà ancora preferibile per praticità, tempi e nonché per costi. Questi ultimi, infatti, si sono ormai alzati parecchio negli ultimi mesi. Le ricariche Ultra-Fast da oltre 100 kW, infatti, spesso superano la soglia psicologica di 1 euro per ogni kW. Nelle grandi città, invece, l’addio alle auto benzina e Diesel nel 2035 potrebbe essere effettivo.
L’addio a benzina e Diesel nel 2035 quindi non toccherà le automobili già prodotte, ma inibirà le Case dalla vendita di veicoli nuovi da gennaio. Superando la notizia, di per sé epocale, si rimane con un enorme punto di domanda: le automobili usate. Ad oggi, infatti, non sono state previste limitazioni o obblighi per la compravendita di automobili di seconda mano, più o meno vecchie. Questo potrebbe portare a due scenari molto, molto interessanti.
Il primo è forse il più ovvio, ovvero ad un cambiamento imprevedibile alle quotazioni delle automobili usate termiche e ibride. Per molti (noi compresi), infatti, l’intermodalità sarà la risposta per la mobilità del futuro. Ci saranno alcune persone che saranno naturalmente portate all’automobile elettrica, e altrettante persone troveranno una quadra economica ed ecologica su veicoli termici o ibridi. Per questo, la domanda per le automobili termiche e ibride dopo il 2035 potrebbe non crollare, ma anzi alzarsi ulteriormente. E, come sappiamo, quando la domanda sale e l’offerta è minore, in questo caso per via dell’addio alla vendita di auto termiche nuove, i prezzi salgono, e di molto.
Non facciamo fatica a vedere un futuro simile al fenomeno che ha colpito la compravendita di auto negli Stati Uniti negli ultimi anni. Per via delle problematiche alla produzione degli ultimi anni, tra pandemia e crisi dei semiconduttori, i prezzi di tutte le auto nuove sono saliti alle stelle. Per avere le poche auto nuove in pronta consegna, infatti, è ancora necessario mettere in conto un prezzo di qualche migliaio di dollari superiore al listino, o decine di migliaia nei casi più gravi. Emblematici sono gli esempi di alcuni modelli molto interessanti, principalmente per sportive di razza, proposte a prezzi di decine di migliaia superiori al listino. Un esempio? I 130.000 dollari richiesti per la Nissan Z, proposta ad un prezzo di listino di 55.000 dollari. Ancora più emblematica è la nuova Chevrolet Corvette Z06, venduta a 250.000 dollari, il doppio rispetto al listino.
Il secondo fenomeno che l’addio delle auto benzina e Diesel nel 2035 potrebbe portare è meno ovvio, ma ugualmente interessante. Fino agli ultimi mesi del 2034, infatti, potremmo vedere un fenomeno di immatricolazione di massa delle ultime automobili termiche e ibride prodotte dalle Case. In questo modo, consumatori e rivenditori avrebbero ancora esemplari di veicoli a motori termici anche dopo il fatidico addio. Non si tratterebbe, del resto, di un fenomeno inedito. Ad ogni cambio di normativa Euro, infatti, le Case immatricolano centinaia di esemplari non ancora aderenti alla nuova normativa, da vendere a prezzi ribassati ai clienti che vogliono risparmiare qualcosa. Difficilmente, in questo caso, assisteremo a prezzi “al ribasso”, ma anzi potrebbe esserci una vera e propria corsa alle ultime auto termiche della storia.
L’ultima fake news che sta circolando nelle ultime ore è un’esagerazione di un fenomeno che, ci auguriamo, possa prendere piede. Tra le idee paventate per permettere una diffusione capillare delle indispensabili colonnine di ricarica c’è la riqualificazione delle attuali stazioni di servizio in enormi colonnine pubbliche, e il bando alla vendita dei combustibili fossili. Il riutilizzo delle stazioni di servizio è una delle possibilità di transizione più funzionali, in quanto si tratterebbe di sfruttare al meglio un’infrastruttura già presente. Pensare di eliminare completamente tutte le stazioni di servizio non sarebbe però un atteggiamento sensato. In primis, infatti, non tutte le pompe di benzina sono adatte a diventare punti di ricarica. In aggiunta a ciò, poi, come detto le auto termiche continueranno ad esistere e a circolare anche dopo il 2035. Eliminare totalmente le infrastrutture di rifornimento non è quindi sensato.
Comprendere cosa succederà davvero all’indomani dell’addio a benzina e Diesel nel 2035, come potrete immaginare, non è facile. Non abbiamo infatti parlato degli eventuali avanzamenti della tecnologia delle auto elettriche, che si preannunciano enormi. Nel 2035 infatti le BEV potrebbero aver raggiunto quella tanto desiderata maturità capace di eliminare i problemi che oggi limitano la loro diffusione come la velocità di ricarica, il peso e il prezzo. Riguardo alle sole auto termiche, invece, siamo sicuri che non saranno bandite del tutto. Per gran parte della popolazione europea, lo switch alla mobilità 100% elettrica sarà quasi indolore, se non migliorativa. Gli appassionati di motori, chi percorre centinaia di km ogni giorno e chi vive nelle zone più rurali, invece, potranno contare sull’auto termica anche dopo il 2035.
Per una transizione reale e sensata, comunque, sarà fondamentale un miglioramento sostanziale delle tecnologie delle batterie ma, soprattutto, delle infrastrutture di ricarica. Se la situazione non dovesse permettere a tutti di poter caricare l’auto elettrica, infatti, si arriverebbe ad un netto passo indietro sulla mobilità personale e la conseguente libertà. “Guidare in modo sostenibile diventerà accessibile a tutti.”, ha dichiarato il relatore Jan Huitema. Vedremo se sarà davvero così tra meno di 12 anni.
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